Concerto di fine anno

Gli alunni della sezione strumentale dell’Istituto “K. Wojtyla - S. Chindemi”

La forza della musica. Quella che celebra, unisce, incanta. Senza “se” e senza “ma”. Proprio quella che hanno dimostrato, presso l’Urban Center di Siracusa, gli alunni della sezione strumentale dell’Istituto “K. Wojtyla – S. Chindemi”, guidati dai Maestri di corno, flauto traverso, violino, oboe e pianoforte con il benestare della Dirigente Stefania Bellofiore, sensibile e accorata, come sempre, nell’autorizzare simili eventi. Attraverso le note di celebri colonne sonore (“1492: Conquest of Paradise” e “Pirati dei Caraibi”), di brani rock e pop, americani e inglesi (“Rock Around the Clock”, “Bohemian Rhapsody” e “Yellow Submarine”), di canzoni della storia del panorama sanremese (“Nessuno mi può giudicare”, “Gloria”, “Felicità” e “Sarà perché ti amo”) e di versioni italiane di successi internazionali (“Sono bugiarda” da “I’m a Believer”), i giovani musicisti di tutto il triennio della secondaria di primo grado hanno intrattenuto gli ospiti intervenuti, regalando attimi di spensieratezza, con un pizzico di nostalgia, per fortuna, durata appena un attimo (non è mancata nemmeno un’incursione nel mondo dell’infanzia, con la sigla del cartone animato “Milo e Shira, due cuori nella pallavolo”). E così, infine, la musicalità di questi ragazzi è stata la vera protagonista del pomeriggio. La loro freschezza e il loro impegno, per nulla semplice e scontato, sono stati la dimostrazione che nel duplice e difficile ruolo di docente e conduttore (prova, in verità, brillantemente superata!), può esistere ancora un’alternativa ai telefonini, sebbene per qualche ora.
Dunque, tutto il nostro plauso e incoraggiamento va a loro, a questi ragazzi che si apprestano a comporre la colonna sonora della propria vita, tra incertezze ed entusiasmo, sconfitte e vittorie. Tra il desiderio di provarci e la voglia sacrosanta di lasciare un segno, fosse solo anche una nota, che sappia, però, svelare al mondo intero chi sono e quanto valgono. Senza la paura di non essere compresi.